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IL POTENTE FIUTO DEL CANE
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Ci sono alcune linee di pensiero per cui si usa questa affermazione:
In inverno, ci sono momenti di gelo che ci fanno dire questa frase, ma perché si è diffusa un po’ in tutta Italia? Come mai, però, usiamo questa espressione e la associamo ai nostri amici a 4 zampe? I cani sono da sempre i migliori amici dell’uomo infatti i popoli nordici li usano per trainare le slitte e nei periodi di freddo intenso inoltre, lo aiutano anche a scaldarsi.
C'è una consuetudine legata alle popolazioni artiche, dove gli eschimesi usavano dire "oggi ha fatto un freddo cane" oppure "ha fatto freddo per due cani" per far capire meglio che, a causa delle basse temperature, avevano dovuto far entrare nella tenda uno o più cani per potersi riscaldare meglio.
Secondo molti l’utilizzo dell’espressione “Fa un freddo cane”, sarebbe legata ai tempi antichi, quando i cani venivano utilizzati per la guardia e tenuti all’esterno delle case. Nel secolo scorso i cani non erano così coccolati come ora e venivano tenuti spesso nei cortili, legati alla catena e spesso con poco cibo nello stomaco per diventare più aggressivi nei confronti di eventuali intrusi.
I cani erano dunque costretti a sopravvivere all’esterno, sopportando il ghiaccio e il freddo dei mesi invernali, le intemperie e il termometro sotto lo zero.
In tanti credono, invece, che l’associazione fra cane e freddo derivi dall'antica Roma Nell’ antichità infatti esisteva un gioco di dadi in cui il “colpo del cane” era quello sfortunato che faceva perdere tutto. Da qui il termine “Fa un freddo cane” per indicare un momento particolarmente sfortunato e difficile da superare.
Infine il “freddo cane” potrebbe essere anche utilizzato poiché quando il freddo è troppo forte sembra che intacchi le ossa, come un morso, quello, appunto, di un cane.
PERCHE' SI DICE "IN BOCCA AL LUPO !"
Numerose sono le interpretazioni di questo modo di dire dalla valenza scaramantica, dal folklore, all’etologia, passando per la storia di Roma. Ma vediamo un po' cosa sappiamo.
Il lupo è un predatore e la convivenza con l'uomo non sempre è stata facile. Nel corso della storia numerose sono state le “visioni” di questo animale, nella tradizione medioevale era visto come l’incarnazione del pericolo e del male, nelle antiche tradizioni nordiche evocava invece conoscenza e rivelazioni epifaniche .
Il lupo è così radicato nella nostra cultura che è presente anche in numerosi proverbi e modi di dire. Su tutti l’augurio “in bocca al lupo”, ma cosa significa veramente? Ecco alcune interpretazioni di questa locuzione.
L’interpretazione più materialistica dell’origine del detto viene attribuita sia a pastori e allevatori, che consideravano il lupo un nemico, e ai cacciatori, che vagavano di villaggio in villaggio mostrando carcasse di lupi e pretendendo una ricompensa per il servizio reso. Questa versione prevede la risposta “crepi”, sottintendendo il lupo, e sarebbe nata come frase di augurio rivolta a chi si appresta ad affrontare una prova difficile.
Altra spiegazione si basa sul simbolo della città eterna, Roma la lupa che ha salvato Romolo e Remo. I gemelli, figli del dio Marte e della vestale Rea Silvia, vengono allattati dalla lupa che salva loro la vita. Il senso dell’augurio cambia dunque radicalmente e il lupo diviene sinonimo di protezione. La risposta “crepi” non avrebbe pertanto senso.
Al sicuro nella bocca della mamma. Questa, anche se può essere storicamente inesatta, è probabilmente l’interpretazione più romantica e propone una lettura etologica del proverbio. Mamma lupa è solita trasportare i propri cuccioli in bocca in caso di pericolo, in una situazione così non c’è posto più sicuro della bocca del lupo, augurare quindi a qualcuno di trovarsi tra le fauci di questo animale è un modo per auspicare che sia protetto. In questo caso la risposta non è “crepi”, ma un più pacifico “lunga vita al lupo”, o “evviva il lupo” o “grazie”.
Qualcuno sostiene che il detto arrivi dal mare. In questo caso la "bocca del lupo" era una lavagna dove i capitani che arrivavano alla destinazione registravano il loro arrivo e la quantità di uomini e merci portati a destinazione. Quindi il detto significava l'augurio di fare un buon viaggio e ritornare sani e salvi a casa. La risposta del caso era "che il Dio del mare ti ascolti".
IL POTENTE FIUTO DEL CANE
Come tutti sappiamo, i cani hanno un olfatto potentissimo. Di seguito analizzeremo in dettaglio questa straordinaria capacità dei
nostri amici pelosi.
Per motivi di caccia e sopravvivenza, già nei lupi (antenati dei nostri cani) si è sviluppata la capacità di fare una selezione di odori. Prendiamo per esempio il profumo dei fiori, ecco, quest’ultimo non ha una grande importanza per i cani, perché dal punto di vista evoluzionistico il riconoscere un fiore dall’altro non portava alcun beneficio a questo tipo di animale. Al contrario l’odore del sudore, fondamentale per la ricerca delle prede, è un elemento a cui il naso dei cani è particolarmente sensibile.
Ad avere un ruolo fondamentale in questa straordinaria capacità è la caratteristica conformazione del naso di questo animale che propriamente si definisce “tartufo”. Il bulbus olfactorius del cane è circa quaranta volte più grande di quello dell’essere umano. Nell’uomo a livello cerebrale, la corteccia visiva è una parte sicuramente predominante, nel cani invece è quella olfattiva ad avere un ruolo di rilievo. Grazie a questo gli amici a quattro zampe sono in grado di identificare odori vecchi anche di sei settimane e ricordano talmente bene un odore che possono ricordarlo tra odori simili anche dopo 3 anni.
Attualmente si ritiene che i cani abbiano un olfatto 100 milioni di volte più sviluppato rispetto a quello dell’uomo. Proprio per il fatto che il naso di questo animale contiene duecentoventi milioni di cellule olfattive (300 milioni nei segugi), l'uomo lo utilizza in molti campi. Il primo fra tutti fu ovviamente la caccia ma attualmente i cani sono utilizzati per il soccorso umano, ad esempio per ritrovare le vittime delle valanghe o macerie. Oggi esistono cani anti droga, cani poliziotto impiegati per il ritrovamento di persone scomparse oppure cani impiegati per scovare gli esplosivi, grazie alla particolare capacità di rintracciare lo zolfo contenuto in questi ultimi.
Ultimamente si è parlato di cani “medical detection” proprio per la loro capacità di fiutare malattie come il diabete, il cancro e ultimamente in diversi casi anche il COVID19.
La razza influenza anche il modo in cui il cane annusa:
I cani sono dotati dell’organovomeronasale, di cui l’uomo è sprovvisto, fondamentale per riconoscere i feromoni: per questo i cani possono riconoscere animali e padroni semplicemente annusandoli. Con il naso il cane può capire se un suo simile è sano, qual è la sua età, com’è il suo carattere, se è dominante o sottomesso. La maggior parte di queste informazioni si trova nella regione ano-genitale ed è per questo che i cani si annusano il sedere a vicenda.
Si pensa che il cane più sviluppato a livello di fiuto sia il Bloodhound detto anche cane di S. Uberto. E' di origine belga e è stato allevato, in tempi antichi, dai monaci dell'omonimo convento nelle Ardenne. La razza è stata selezionata con pazienza e abilità per il fiuto straordinario, per la forza e la resistenza che ne facevano un soggetto estremamente utile all'uomo. Cane affettuoso e docilissimo
Bloodhound detto anche cane di S. Uberto